All'inizio del ventunesimo secolo un gruppo di scienziati elabora l'utilizzo di una fonte di sviluppo alternativa: l'energia solare, uno strumento destinato a cambiare per sempre le sorti del pianeta. Ma come sempre accade, al progresso tecnologico si affiancano le applicazioni belliche e così da quella che avrebbe dovuto costituire una fonte inesauribile di energia al servizio dell'uomo vengono ricavate potentissime armi di distruzione.
Nell'estate del 2008 il mondo viene sconvolto dalla terza guerra mondiale: aerei da combattimento simili a grossi insetti metallici oscurano il cielo e nel giro di poche ore le nuove bombe magnetiche devastano metà della superficie terrestre. L'asse di rotazione del pianeta si incrina e i continenti vengono inghiottiti dagli abissi. In seguito alla catastrofe i fortunati superstiti rimangono isolati nelle poche terre emerse e danno inizio a una nuova civiltà con gli scarsi mezzi rimasti. Comincia così una delle più belle saghe animate che siano mai state trasmesse sul teleschermo.
Conan non è un cartone animato come tutti gli altri. E' una serie che si sviluppa sul filo di una realtà alternativa a sé stante, scaturita dalla fervida immaginazione di un autore del calibro di Hayao Miyazaki. Ogni singolo tassello della storia rientra perfettamente all'interno di un mosaico fatto di emozioni concrete. Conan rappresenta lo stadio embrionale di tutte le tematiche care al suo autore, ma allo stesso tempo ne costituisce la massima espressione nell'ambito di una narrazione fluida ed essenziale. Ma Conan è anche una meravigliosa storia d'amore; è una fiaba che racconta dell'uomo e delle sue vicende; è una tela sulla quale è dipinta l'intera storia dell'umanità. Una storia fatta di contrasti, di debolezze, di desideri e di leale amicizia. Uno splendido racconto che nasce sulle rive di un'isola perduta in mezzo all'Oceano, dove Conan vive insieme a suo nonno, unico superstite di un manipolo di sopravvissuti all'olocausto che distrusse il mondo. Una mattina le onde del mare trascinano a terra il corpo di una ragazza vestita di rosso. Il ritrovamento della giovane Lana regala grandi speranze al nonno di Conan: gli fa capire che l'umanità non si è estinta come temeva e che forse all'uomo è stata concessa una seconda possibilità. Lana e Conan legano immediatamente, ma il giorno successivo atterra sulle rive dell'isola uno strano aereo simile a un grosso rapace da cui escono due soldati armati. I nuovi visitatori si rivelano violenti e prepotenti come in tempo di guerra, catturano la ragazza e la portano via nonostante l'estremo tentativo di salvataggio da parte di Conan. Il vecchio, ormai in fin di vita, prega suo nipote di fuggire via dall'isola e di dare un senso alla propria esistenza. Conan seppellisce suo nonno tra le tombe degli altri abitanti dell'isola, si costruisce un solido battello con i pochi strumenti a disposizione e si lancia alla disperata ricerca di Lana.
A partire da quel momento il rapporto tra Lana e Conan costituirà il filo conduttore dell'intera vicenda. Un rapporto costruito sulla fiducia reciproca e sulla più sincera dedizione. Non emerge mai nulla di esplicito dall'affetto che nutrono l'uno verso l'altra, eppure Miyazaki riesce a farci percepire, con sapiente maestria e senza mai scadere nel banale, tutta la natura del profondo sentimento che li unisce. Lana è una ragazza fragile, ma dotata di una solida forza interiore. E' una ragazza che, al di là dei momenti di sconforto che attraversano sporadicamente il suo animo, non ha paura di mettere a repentaglio la propria incolumità quando è la vita di Conan ad essere in gioco. In una sequenza memorabile Lana, prigioniera sulla prua di una nave, sente la voce di Conan che in quel momento rischia di annegare in mezzo all'Oceano: si agita, afferra con i denti la corda che la tiene legata fino a strapparla con violenza; corre verso una scialuppa, prende un'accetta e si scaglia con tutte le sue forze contro la leva che avrebbe liberato il battello di salvataggio. E' una scena carica di potenza espressiva in cui le movenze del corpo di Lana riescono ad esprimere tutta l'ansia e la disperazione interiore della ragazza. Un piccolo ma efficace esempio di come l'animazione possa assurgere senza mezzi termini a vera e propria opera d'arte. E la serie di Conan è letteralmente costellata di episodi simili, perfettamente amalgamati nell'ambito di differenti registri emotivi: basti pensare all'incontro con Gimsy, colui che di lì a poco diventerà il migliore amico di Conan. Dopo la difficile fuga dall'Isola Perduta, infatti, il ragazzo approda sulle rive di una terra apparentemente disabitata, durante l'esplorazione della quale viene pedinato da una misteriosa ed inquietante presenza simile a uno spettro. Quando i due si trovano l'uno dinanzi all'altro ha inizio quella che può essere considerata la sequenza più esilarante di tutta la serie: una sorta di grottesca ed infantile prova di forza tra i due ragazzi, in cui chiunque abbia vissuto la propria adolescenza in condizioni normali non potrà che rivedersi e immedesimarsi. Con il suo essere buffo, pigro e ingordo Gimsy sarà capace non solo di smorzare le tensioni che si verranno a creare durante lo svolgimento della trama, ma anche e soprattutto di dare a Conan quel solido appoggio morale di cui in più di un'occasione avrà bisogno. Conan e Gimsy diventeranno amici per la pelle e navigheranno insieme alla volta di Indastria, l'isola in cui è stata condotta Lana.
Lo scenario in cui si svolge la serie si alterna tra due distinte realtà: quella di Indastria e quella di High Harbor. Indastria è la misteriosa isola da cui a grandi linee traspare quello che doveva essere il progresso tecnologico raggiunto dall'uomo prima del grande olocausto. La sua popolazione è ancora assoggettata a un regime di tipo autoritario, tipico delle dittature militari. Indastria è destinata ad andare incontro a una grave crisi di natura energetica. La sola speranza per la sopravvivenza della sua popolazione è condizionata al ritrovamento di un uomo, il dottor Rao, unico sienziato ancora in vita a conoscere il segreto dell'energia solare. Il dottor Rao, dato per disperso da molto tempo, altri non è che il nonno di Lana e l'unico modo per riuscire a ritrovarlo è quello di servirsi con ogni mezzo di sua nipote. Ma sebbene Lana, così come suo nonno, tenga molto alla vita degli abitanti di Indastria, è anche consapevole del fatto che Lepka, direttore amministrativo della città, desidera ottenere l'energia al solo scopo di far volare di nuovo gli aerei da combattimento ed impadronirsi del mondo una volta per tutte. L'arrivo di Conan e Gimsy a Indastria è un altro esempio di capolavoro dell'animazione: la nave su cui viaggiano attraversa un breve tratto di mare avvolto dalla nebbia, che non appena si dirada ci mostra uno scenario post bellico freddo e apocalittico sul quale si staglia la triplice Torre solare, alta e imponente come la presunzione dell'uomo. Indastria rappresenta quella fetta di umanità che non ha imparato dai propri errori e che, nonostante la terribile catastrofe, non è stata ancora in grado di placare il suo morboso desiderio di dominio.
High Harbor di contro è la terra natale di Lana, un'isola felice in cui l'uomo ha ritrovato la sua dimensione in perfetta armonia con la natura. Una terra di allevatori e contadini, dove l'unica fonte di energia a sostegno della produzione industriale è costituita dal vento. Ma Miyazaki non si limita a delineare sommariamente questi due scenari contrapposti secondo la semplice logica del bene e del male, bensì ne dipinge con estrema cura i chiaroscuri, rendendoli profondamente realistici nell'ambito di un delicato equilibrio drasticamente compromesso dal conflitto mondiale. L'avidità e la sete di potere albergano anche ad High Harbor e portano il nome di Uro, un giovane avido e prepotente che assieme a un assortito gruppetto di manigoldi tenta di ottenere il completo dominio dell'isola. Degno di nota è l'episodio in cui Conan e Gimsy si addentrano per la prima volta nel territorio di Uro, i cui uomini fanno le ronde notturne a cavallo con tanto di terrificanti maschere indossate col preciso scopo di spaventare i nemici: un divertentissimo inseguimento lungo le intricate valli montane costellate di trappole e trabocchetti che si concluderà con la cattura dei due intrusi.
Indastria e High Harbor. Due realtà differenti, ma destinate a scontrarsi e a rimettere in discussione ciascuna i propri valori. Indastria, dopo la cattura del Dottor Rao, al fine di assicurarsi la sua preziosa collaborazione tenta di rapire nuovamente Lana occupando l'isola di High Harbor. L'episodio che precede l'invasione è senza ombra di dubbio il più riuscito dell'intera serie. Si apre con un sogno fatto da Lana: un delirante incubo che mescola eventi passati a incomprensibili visioni portatrici di sventura nell'immediato futuro. Tutto appare confuso e apparentemente privo di significato. Nel corso dell'episodio il susseguirsi degli eventi ci allontana da quelle immagini raccapriccianti e confuse per poi catapultarci nuovamente al loro interno sul finale, senza che quasi ce ne rendiamo conto. Ogni singolo elemento della visione onirica d'apertura diviene realtà in un gioco di collegamenti e richiami talmente perfetto e inaspettato da far quasi rabbrividire. Un episodio costruito e ricamato in maniera tanto efficace quanto geniale, grazie al quale Miyazaki riesce a raggiungere la vetta più alta della sua potente arte narrativa. Ma la tensione emotiva non si esaurisce con la trasposizione sul piano reale delle visioni di Lana. Perché magistrale è anche la battaglia tra i soldati di Indastria e gli uomini di Uro che, per paura di vedersi sottratti alle loro brame di dominio su tutta l'isola, decidono in un primo momento di tendere un agguato agli invasori. L'attacco è descritto in maniera favolosa: gli uomini di Uro muniti di maschere e lance si scagliano contro i soldati, sbaragliandone le fila e generando il panico tra i nemici, che per riuscire ad avere la meglio si vedono costretti a ricorrere ai cannoni dell'incrociatore. Lo scontro, com'è facile prevedere, si conclude con la disfatta di High Harbor, ma riuscire ad assoggettare l'isola si rivelerà un'impresa ben più ardua del previsto. Il dominio di Indastria terminerà con l'episodio della Grande Onda, l'elemento naturale che interagisce nelle vicende umane al punto da condizionarne l'andamento, talvolta nel bene e talvolta ancora nel male. La forza devastante della natura coinvolge e travolge i personaggi dalla prima all'ultima puntata della serie, mescolando continuamente le carte in tavola e restituendo all'uomo tutto ciò che di positivo e di negativo ha seminato. E ancora una volta Miyazaki si rivela un fine stratega nel dirigere magistralmente la natura quasi come fosse un'entità dotata di ragione e sentimento.
La stessa cura che dedica alla descrizione degli spazi in cui si sviluppa la narrazione, Miyazaki la impiega nel delineare i personaggi della serie, ognuno dei quali ricopre un ruolo perfettamente funzionale alla trama, risultando sempre realistico e credibile nel suo adattarsi di volta in volta all'evolversi delle situazioni. Emblematico è il caso di Miss Monsley, luogotenente della città di Indastria, nonché uno dei due soldati che portano via la giovane Lana dall'Isola Perduta nel primo episodio della serie. Personaggio all'apparenza cinico e spietato quasi quanto Lepka, lascerà lentamente trasparire una solitudine interiore che affonda le radici nella sua trascorsa infanzia, quando alla tenera età di dodici anni si vide strappata all'affetto della sua famiglia a causa di un violento bombardamento aereo. Monsley guida la spedizione ad High Harbor, occupa l'isola e la tiene in pugno sotto il suo vigile e stretto controllo. Ma in una sequenza dolcissima e poetica, dopo aver organizzato tutte le strategie del caso, esce nel cortile dell'abitazione che aveva trasformato in quartier generale, si siede in giardino a riprendere fiato e si incanta di fronte a un cane che passeggia sul prato dinanzi a lei. Un triste ricordo riaffiora allora dal passato di Monsley e porta il nome di Muku, un cane al quale era molto affezionata da bambina, vittima innocente del devastante bombardamento. Monsley ritrova se stessa proprio all'apice del suo cinismo, superato il limite del quale vivrà una sorta di evoluzione interiore lenta e graduale che consentirà a Miyazaki di approfondire i sentieri introspettivi percorsi dall'umanità a partire dal conflitto mondiale. Nel caso di Monsley la chiave di volta è rappresentata dall'episodio della Grande Onda, di fronte alla quale abbandona sè stessa in un turbine di emozioni che in un attimo abbatteranno tutte le sue difese psicologiche come un semplice castello di sabbia. Da un lato il ricordo del maremoto che la travolse insieme a Muku, dall'altro la presa di coscienza del suo essere insignificante di fronte a una così violenta manifestazione di naturale potenza. Ma si tratta solo dell'esempio più immediato e palese: in Conan ogni singolo personaggio è inserito nell'ambito di un ruolo essenziale allo svolgimento, che si tratti di Monsley, del capitano Dyce, di Uro, di sua sorella Tera o di un qualunque abitante delle due isole.
E non a caso è proprio l'efficacia della narrazione, tanto a livello espressivo quanto a livello strutturale, a fare di Conan un autentico capolavoro, probabilmente unico nel suo genere. Contrariamente a quanto accade di solito nell'ambito delle serie animate destinate ai palinsesti televisivi, infatti, non è l'opera ad essere subordinata ai tempi narrativi, bensì l'esatto contrario. Tempo e spazio sono perfettamente funzionali allo svolgersi degli eventi sia per quanto concerne il singolo episodio, sia per quanto concerne la serie nel suo insieme. Guardando Conan si ha come la sensazione di assistere a un unico film suddiviso in 26 episodi, ognuno dei quali costituisce un'opera perfetta nella sua individualità e nel suo essere parte del tutto. E poco importa che l'idea di base sia partita dal semisconosciuto Alexander Key, autore del romanzo The incredible tide, perché il merito di aver preso un semplice racconto per ragazzi e di averlo trasformato in un'opera epica sulle vicende e sui sentimenti umani va ricondotto senza ombra di dubbio al genio e alla fantasia di Hayao Miyazaki. E se davvero amate questo autore non potete assolutamente permettervi di tralasciare questo suo primo indiscutibile gioiello, che io personalmente non posso che considerare la più bella serie animata di tutti i tempi.
Scritto da Deeproad
Scrivere di Conan è stato difficile e particolarmente dispendioso in termini di tempo. Riassumere in poche righe una trama così articolata e al tempo stesso amalgamarla con alcune considerazioni personali che aiutassero a comprenderne la portata è stata una vera e propria impresa, a tratti persino frustrante. Avrei voluto approfondire la descrizione dei personaggi e di tutti gli episodi degni di nota e purtroppo solo vagamente accennati. Avrei voluto parlare in maniera più dettagliata dell'episodio del sogno, coglierne tutti i rimandi e le sfumature che hanno reso quella puntata un capolavoro narrativo; ma ho dovuto invece comprimere il tutto con la speranza di riuscire, per quanto possibile, a non pregiudicare la descrizione degli eventi. Sono fermamente convinto del fatto che Conan sia una di quelle opere che andrebbero viste almeno una volta nella vita e se qualcuno, in seguito a questo mio articolo, sarà invogliato a farlo, sappiate che mi sentirò discretamente realizzato.
RispondiEliminain realtà mi avevate già incuriosito e fatto venir voglia, ma finora avevo glissato. metto a scaricare va'.
RispondiEliminaEccellente...
RispondiEliminaE io seguo sandro.Ne ho sentito parlare così tante volte ma non sono mai riuscito a vedere un singolo episodio
RispondiEliminaCome si chiama in linguaoriginale lo sai deep?Magari riesco a trovarlo sottotitolato
RispondiEliminaDovrebbe chiamarsi Mirai Shonen Konan (non so se si visualizzino i caratteri in giapponese: 未来少年コナン ).
RispondiEliminaAd ogni modo sul Mulo si dovrebbe trovare tranquillamente l'edizione italiana. Il doppiaggio non è il massimo, ma si segue bene.
Tra parentesi, a breve la Dynamic Italia dovrebbe pubblicare una nuova edizione in DVD della serie, contenente sia un nuovo doppiaggio, sia il vecchio. Più naturalmente la traccia giapponese.
Surfando in imdb ho scoperto che è stato registrato in italiano e poi doppiato in giapponese,quindi la lingua originale è proprio l'italiano!
RispondiEliminaSei sicuro? Mi sembra parecchio strano, ma non conoscendo i dettagli relativi alla sua realizzazione non lo escludo.
RispondiEliminaLo dice un tizio nei commenti degli utenti, non so quanto sia attendibile ma scrive "This is one of the first Miyazaki's. He made it in 1978. Was originally released in Italian then dubbed to Japanese."
RispondiEliminaMi informerò al riguardo.
RispondiEliminaGuardate che "Mirai Shonen Conan" è stato doppiato in italiano.... la lingua originale è il giapponese...mi sembra ovvio. Quel tizio su imdb ha bevuto alla grande.
RispondiEliminaPer me resta l'opera prima di Miyazaki: lui è un grandissimo narratore ed è incredibile come riesca in 26 capitoli da 24 minuti l'uno a coinvolgerti emotivamente senza mai una caduta... Vi giuro che durante una settimana estiva, quando avevo 23 anni, mi sono rivisto tutte le puntate una dopo l'altra senza mai stancarmi....anzi...in un continuo crescendo.... e non era certo la prima visione. 4 giorni interi di maratona visiva... :-) hehe...ancora la rimpiango.
Altra sua serie molto bella e curata resta "Meitantei Holmes", in italia nota come "Il Fiuto di Sherlock Holmes", creata in collaborazione con il nostro Pagot.
Skualo
Però Miyazaki ha diretto solo i primi sei episodi di Sherlock Holmes, sugli altri ha solo supervisionato, anche perchè la serie venne interrotta per questioni legali dovute all'utilizzo del nome "Holmes". Quando il progetto venne ripreso furono realizzati altri venti episodi diretti da tale Kyosuke Mikuriya.
RispondiEliminano, noooooo, non ho tempo di leggere!
RispondiEliminatra l'altro le tematiche che miyazaki esprime tanto bene in Conan sono essenziali per capire la sua produzione attuale, in cui le semina un po' qui e un po' lì, una ogni tanto, forse per non appesantire la visione dei suoi film che ora sono diretti al grande pubblico, forse troppo "tonto" per afferrare la bellezza di una serie come Conan.
(non so che ho scritto, e se qualcuno ha già detto quello che si può intuire dalle mie parole, non me ne voglia e sappia che - ovviamente - sono d'accordo con lui).
Ah, leggerò e commenterò seriamente, promesso.
caspita ma che bel blog... complimenti
RispondiEliminaciao capita sul mio blog se lo sfogli c' un post su conan ciao!
RispondiEliminaIn effetti potevi anche fare lo sforzo di inserire direttamente il permalink. Ad ogni modo rigiro la tua segnalazione su queste pagine:
RispondiEliminaChiunque volesse leggere o scaricare The Incredible Tide tradotto in italiano, ossia il racconto da cui Miyazaki ha tratto isporazione per realizzare la serie animata di Conan, può farlo da [url=http://hinomaru.megane.it/cartoni/Conan/main.html]questo sito[/url].
la forza dell'abitudine..
RispondiEliminaSi infatti.
RispondiEliminaHo rivisto la serie ridoppiata su sky..le mie iniziali perplessità si sono dileguate. E' stato un buon lavoro che ha reso i personaggi più forti e espressivi. Ero comunque già un conaniano convinto fin dall'adolescenza
RispondiEliminaE' una buona cosa. Leggendo in giro per la rete mi son fatto l'idra che il nuovo doppiaggio debba essere ottimo. Speriamo solo che i DVD non tardino troppo.
RispondiElimina18 maggio? staminchia come passa il tempo.
RispondiEliminacomunque ho approfittato del non avere internet per guardare finalmente conan, e in 4 giorni me lo sono pappato tutto.
forse però vedendolo episodio per episodio (e non a botte di 4-5 episodi di seguito) avrei apprezzato meglio la gestione e il respiro della narrazione.
vabbè non mancherà occasione, dal momento che l'ho trovato splendido.
Ma tu hai mai visto qualcosa di Miyazaki, Sandrix?
RispondiEliminaBeh Sandrix, considera che io in tanti anni e ripetute visioni (forse la serie che ho visto più volte per intero... anzi, senza forse) sono arrivato a conoscerlo pressoché a memoria e dunque a metabolizzarlo. L'ho visto in tutte le maniere possibili (episodio per episodio nell'arco di un mese, così come blocco per blocco in tre o quattro giorni). Però ti dico che hai anche fatto bene a berlo tutto d'un fiato, in questo modo credo tu abbia avuto la possibilità di farti un quadro d'insieme più omogeneo. Per il resto, se vorrai approfondire, c'è sempre tempo.
RispondiElimina@ uto: la città incantata è il mio film d'animazione preferito; howl lo vidi in anteprima al future film festival del 2005 e mi deluse un po', tutt'altro che brutto ma lo trovai pesante in alcuni passaggi e ridondante in altri, per il resto mi sa di no, a parte lupin e heidi (e conan)
RispondiElimina@ deep: sì infatti ogni metodo ha i suoi pro e i suoi contro; così facendo ad esempio ho dato modo alla mia malandata memoria di non perdersi troppe informazioni per strada
Howl infatti è meno bello de La città incantata. Ottimo invece (te lo consiglio se non l'hai visto) La principessa Mononoke.
RispondiEliminaIo invece ho preferito di più Howl
RispondiEliminaNo, dai... Howl è bello, ma La città incantata credo sia una delle cose migliori che l'animazione abbia mai partorito. In confronto a me Howl è parso quasi tiepido, che di certo è meno di quanto avrebbe effettivamente meritato.
RispondiEliminaCmq tra le sue opere prime ritengo "Kaze no tani no Nausicaa" un vero capolavoro, che, per la sua poesia, resta ancor oggi 10 spanne più avanti a qualsiasi altra cosa che indaghi il rapporto "uomo/natura".
RispondiEliminaIl mio preferito in assoluto pero' rimane "Kurenai no Buta" aka "Porco Rosso": divertimento allo sto puro, con il protagonista che fa il verso al miglior Bogart e con scazzottate FENOMENALI!!
Idem pure per "Laputa", un' altra meraviglia.
E naturalmente "Lupin III - Il Castello di Cagliostro".
Io adoro principalmente le scene in cui Miyazaki si cimenta nella descrizione di queste incredibili, istrioniche e strabilianti mega-risse.. a me viene sempre la pelle d'oca ogni volta, un sorriso che mi riempie il viso.. insomma sono emozioni che poche opere sanno trasmettere.
Skualo.
Quando ho visto Nausicaa la prima volta mi ha lasciato l'amaro in bocca. Mi parve un po' sacrificato in certi passaggi, ma invece ti dirò che col tempo l'ho rivalutato moltissimo (e senza mai una seconda visione, bensì solo ed esclusivamente con quei pochi flash che la memoria mi ha concesso). Difatti vorrei rivederlo quanto prima (anzi, mo' provvedo!). Ma comunque Miyazaki, è un po' così: piace sempre ad una prima visione, ma migliora ulteriormente alle successive.
RispondiEliminaA me Howl piace di più, sincera sincera, perchè c'è la storia d'amore! *__*
RispondiEliminaLupin è un mito e Nausicaa giace fra i divx già da un pò ma non l'ho ancora visto, lo ammetto
Ah, comunque due giorni fa ho rivisto Totoro e l'ho ufficialmente eletto come suo migliore lungometraggio.
RispondiEliminaSììììììì!
RispondiEliminaBoh, vado a periodi, La città incantata è splendido, ma pure Totoro...
E' una poesia tradotta in animazione.
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