In un epoca in cui il caos regnava nel mondo, esisteva una terra in cui si era creata una coesistenza pacifica tra uomini e demoni, la culla di ogni civiltà e fede: il Tōgenkyō.
Questa stabilità, tuttavia, si è improvvisamente interrotta: gli esperimenti proibiti per la resurrezione del grande yōkai
1 Gyūmaō, che era stato sigillato con le fiamme 500 anni prima, hanno creato delle onde negative, un incidente che ha fatto sì che gli yōkai di tutta la zona perdessero la loro coscienza.
Quattro giovani uomini vengono scelti dagli Dei per viaggiare verso Ovest, scoprire l'origine di questo disastro e fermare gli esperimenti per far rivivere Gyūmaō, per la Salvezza e per la Pace nel mondo.
(...delle quali se ne infischiano altamente...)
Genjyō Sanzō: trovato in un fiume da Kōmyō Sanzō, viene cresciuto dal monaco fino al giorno della morte dello stesso, causata dai demoni durante un attacco al tempio. L'allora giovane Kōryū gli succede nel ruolo di Sanzō Hoshi. Arrogante, sboccato, permaloso, fumatore incallito, segue solo la sua strada e le sue idee. La carica buddista più alta, per un uomo che è l'antitesi del monaco.
Son Gokū: un essere eretico nato dalla Terra stessa che in un tempo molto lontano portò scompiglio nel regno degli Dei, venendo rinchiuso per 500 anni su una montagna senza bere nè mangiare nè invecchiare. Non ricorda nulla di quegli avvenimenti, è Sanzō a trovarlo e portarlo con sè.
Sha Gojyō: nato da una relazione extraconiugale di suo padre, un demone, con un'umana e cresciuto ma odiato dalla moglie di suo padre, ha nei suoi occhi e capelli rossi la testimonianza delle sue origini. Fuma come una ciminiera, gioca d'azzardo ed è un gran donnaiolo.
Cho Hakkai: divenuto un demone dopo averne uccisi mille per cercare di salvare la sua amata (senza riuscirci), è la componente "posata" del gruppo. Gentile, educato (chiede scusa ai demoni prima di polverizzarli..) e premuroso, si occupa dei compagni in svariati modi: prepara da mangiare, pulisce, placa i loro litigi...
Sono questi i quattro anti-eroi protagonisti di
Saiyuki (=viaggio verso ovest), un manga di Kazuya Minekura: un bonzo armato di revolver con proiettili anti-demone, un demone scimmia con un dispositivo che sigilla gli spaventosi poteri della sua vera forma, il Seiten Taisei ("Grande Saggio Pari del Cielo"), un mezzo sangue sempre pronto a menare le mani, un massacratore di demoni dal sorriso gentile, anch'esso con poteri sigillati (ma di sua spontanea volontà).
Questi ceffi incontrano durante il loro viaggio frotte di nemici: umani, yōkai, addiritturà divinità.
Ci sono tutti gli ingredienti necessari per un pirotecnico manga d'azione, con combattimenti che si susseguono uno dietro l'altro... e invece no. O meglio, anche.
Saiyuki è molto di più. Anzi, direi che è proprio qualcos'altro. Perchè
Saiyuki è uno shōnen manga
2 che contiene tutto quello che ho citato sopra, con la particolarità che tutto ciò è contorno. Quanto dettovi finora sui personaggi è apparenza, è primo impatto, è superficie. I veri protagonisti sono questi:
Sanzō"Quello fu il suo ultimo sorriso, quelle le sue ultime parole infine il suo ultimo desiderio. Kōmyō Sanzō: il mio maestro, mio padre, l'unico Sanzō Hoshi che io abbia mai riconosciuto come tale. Sanzō... l'aver preso lo stesso nome di quella persona è un continuo rimprovero alla mia debolezza"
"Non morirò mai per salvare qualcun altro, perchè conosco la sofferenza di chi rimane in vita. Vivere per me stesso. Morire per me stesso. Questo è il mio orgoglio."Gokū"Mentre ero rinchiuso nella prigione della montagna vedevo solo il cielo; stavo a guardarlo, anno dopo anno... Chi mi tese la sua mano per aiutarmi fu proprio quella luce dorata... la luce del sole che avevo sempre ammirato per tutto quel tempo..."Gojyō"Non sopporto vedere le donne che piangono. Mi ricordano mia madre, che piangeva ogni volta che mi guardava."Hakkai"Vivere col rimorso di non essere riuscito a salvare la persona che ami... anche se mi ha sorriso io non sono mai riuscito a perdonare me stesso"Persone in balia delle loro sofferenze passate, persone le cui tristi esperienze hanno scavato e continuano a scavare voragini nei loro animi, persone schiacciate dal dolore, persone divorate dai sensi di colpa o dalla solitudine. Un gruppo in cui le cicatrici del passato sono il filo che ora li lega.
Ecco quindi che i combattimenti, i nemici, diventano una cornice. Il fulcro di quest'opera sono i protagonisti. Sembra un'affermazione banale, una cosa normale, ma non lo è affatto nell'ambito degli shōnen manga: generalmente in questo tipo di manga il fulcro è rappresentato sì dai protagonisti, ma all'interno degli scontri che via via si succedono; il fulcro sono gli scontri stessi, e il comportamento del protagonista all'interno di essi.
Così ci ricordiamo di Naruto contro Neji
3 e dei loro grandi discorsi sulla libertà tra un jutsu
4 e l'altro, di Ichigo contro Byakuya
5 e delle tante parole sul seguire le regole o meno tra uno Shunpo ed un Bankai
6, e di Sanzō contro... ci ricordiamo di Sanzō e basta. Di Sanzō e del suo modo di pensare, di vivere.
Perchè? Beh, è un fatto di impostazione.
I manga d'azione (dove azione = combattimento o comunque sfida di qualche genere) hanno un'impostazione alla "sconfitto l'avversario ne arriva uno più forte" e affiancano a questo la crescita di abilità del protagonista: il protagonista diventa più forte. In
Saiyuki invece l'arrivo di un nuovo avversario (spesso anche lui afflitto da gravi mali interiori) tende a mettere alla prova la psiche dei protagonisti più che le abilità fisiche, solitamente c'è un amplificarsi delle loro sofferenze o l'affioramento di ulteriori fantasmi del passato, e sono questi i veri avversari.
Lo scontro è accompagnato da un'analisi da parte del protagonista di se stesso, e al posto della crescita fisica e tecnica si ha la comprensione dello stesso protagonista di una parte di sè o il superamento di un blocco emotivo. Il protagonista non esce più forte dallo scontro, ne esce fortificato.
Gli avversari principali di Sanzō, Hakkai, Gojyō e Gokū sono loro stessi, è per questo che in mente ci restano le loro afflizioni più che i loro combattimenti.
Conseguenza di tutto ciò è che non mi vengono in mente scontri specifici pensando a
Saiyuki, mi viene invece subito in mente che Sanzō è di pessimo umore nei giorni di pioggia, mi viene in mente l'attaccamento viscerale di Gokū per Sanzō, mi viene in mente che per Gojyō i suoi occhi e capelli sono del colore del sangue...
Saiyuki ha avuto ed ha tutt'ora un successo enorme, che però può far sorgere una domanda: come fa una mangaka donna ad attirare coi suoi shōnen manga il pubblico maschile? Alla comunque presente componente di azione, infatti, spesso si aggiunge una forte introspezione dei personaggi e una grande attenzione ai sentimenti, anche se raramente sono d'amore
tout court: spesso infatti è l'amicizia o l'affetto parentale a farla da padrone (nonostante
Saiyuki sembri a volte spingersi verso lo shōnen ai
7)... Si arriva poi a livelli di emozione (in certi casi paranoia) dove il dolore scava dentro ai personaggi delle voragini che lo spettatore/lettore, se ha il coraggio di farsi coinvolgere, sente sue. Anche solo uno sguardo dal basso che Gokū rivolge a Sanzō è capace di far perdere un paio di battiti cardiaci.
Ma allora, di nuovo: perchè si parla di shōnen? Perchè piace ai maschi?
La risposta va cercata nel fatto che, appunto, le componenti tipiche degli shōnen manga sono presenti: iI personaggi sono dei gran fighi, sono fortissimi, durante gli scontri sono arroganti, guardano i nemici sempre e comunque dall'alto in basso, usano tecniche spettacolari, dalla manipolazione del ki
8 a formule magiche con i Sutra
9, i loro nemici sono Kōgaiji, un principe demone che evoca le fiamme degli inferi, oppure Homura, il dio della guerra armato di una lunga spada infuocata. Cose da Shōnen duro e puro, figaggini cazzutissime! Con il risultato che
Saiyuki si può guardare anche solo così. Nella mia esperienza personale ho incontrato gente che mi ha detto di ricordare ogni singolo combattimento, persone che interpellate su
Saiyuki mi hanno detto "il fatto che i nemici si riducano in polvere è proprio brutto, i combattimenti sono fatti male".
Ripeto,
Saiyuki si può guardare anche così, ma se ne perde la vera essenza. Quasi preferisco quando mi è stato detto "
Saiyuki mi fa schifo, i personaggi sembrano continuamente in procinto di limonarsi": almeno ti sei accorto, anche se nel modo sbagliato, che in
Saiyuki c'è qualcosa di diverso.
La prova di quanto da me asserito sta nel fatto che nelle 3 serie animate (2 nel manga) non si arriva alla conclusione del viaggio: la trama, piuttosto che seguire il filone principale (andare a ovest per fermare i cattivoni), progredisce attorno ai personaggi (ai protagonisti ma anche agli antagonisti), attorno alla loro evoluzione.
"La pioggia che incessante continua a cadere laverà via ogni cosa...
Odio, tristezza, rimorso e persino le colpe.
Il rosso non è più il colore del sangue ma quello del sole che sorge,
un sole che solo i vivi potranno vedere
e che li condurrà verso una nuova speranza per il domani" Intanto questo. Per sconfiggere Gyūmaō c'è sempre tempo.
CENNI SUL ROMANZOL'opera è ovviamente basata sull'ormai super inflazionato
XīyóuJì (
Viaggio in Occidente), uno dei quattro grandi classici della letteratura cinese, la scrittura del quale è attribuita a Wu Cheng'en.
In Italia abbiamo visto altri titoli d'animazione che attingono a questo romanzo, ma mentre solitamente ci troviamo di fronte a riferimenti più o meno velati (
Dragon Ball) o a pesanti rielaborazioni (
Starzinger),
Saiyuki è un adattamento in vari punti più "fedele":
- il leader della "ciurma" è effettivamente un bonzo, come il Tripitaka del romanzo;
- i Sutra sono parte fondamentale sia nell'uno che nell'altro (anche se nel romanzo sono l'obiettivo del viaggio, mentre nel manga sono fondamentali per il risveglio del cattivone Gyūmaō, l'impedimento del quale è l'obiettivo del viaggio);
- il "mezzo di trasporto" del gruppo è un drago in entrambi i casi (nel manga si trasforma in Jeep e trasporta tutti, nel romanzo solo il bonzo viaggia in groppa al drago);
- Cho Hakkai e Sha Gojyō nel romanzo sono demoni reincarnati sulla terra per delle colpe che hanno commesso in passato nel regno degli Dei (ossia erano in precedenza delle divinità). Anche nel manga spesso assistiamo a flashback di 500 anni prima, quando i 4 protagonisti abitavano il regno celeste. Al momento non ricordano assolutamente niente di tutto ciò, ma è sicuramente una delle spiegazioni al loro forte legame (esiste anche uno spin-off della serie,
Saiyuki Gaiden, non pubblicato in Italia, in cui si narrano i fatti avvenuti in quel tempo);
- molti dei nemici incontrati nel manga sono gli stessi del romanzo, dai gemelli Ginkaku e Kinkaku a Kōgaiji (il figlio di Gyūmaō), a Gyūmaō stesso;
- Kanzeon Bosatsu è la divinità committente del viaggio e segue il gruppo nel loro perigrinare in entrambe le versioni.
Queste similitudini sono solo quelle che io ho scovato leggendo una parte del romanzo, sicuramente ce ne sono molte molte altre.
SAIYUKI IN ITALIA I diritti di
Saiyuki sono stati acquistati in Italia dalla Dynit, la quale ha finora pubblicato la prima serie animata (
Gensōmaden Saiyūki) e 2 serie a fumetti (
Saiyuki e
Saiyuki Reload). Trovate tutto
sul loro sito.
L'eccezione è il film d'animazione
Saiyuki Requiem, che è distribuito in Italia dall'editore francese
Kaze (che in Italia pubblica un sacco di cose ma non ha un sito italiano -_-').
Insomma, in Italia manca un pacco di roba (più di metà della produzione cartacea e d'animazione).
NOTE
1 Yōkai: vedi Dizionario su questo blog alla voce "bakemono".
2 Shōnen manga (shōnen = 少年 = ragazzo): sono una categoria di manga ed anime indirizzati a un pubblico maschile, generalmente dall'età scolare alla maggiore età. Gli shōnen si focalizzano principalmente sull'azione e sulle battaglie, dando grande importanza alla forza dei personaggi.
3 Naruto, Neji: personaggi del manga Naruto.
4 Jutsu (術 = tecnica, metodo, incantesimo, abilità o trucco): in Naruto sono le tecniche utilizzate dai ninja.
5 Ichigo, Byakuya: personaggi del manga Bleach.
6 Shunpo, Bankai: tecniche utilizzate in Bleach. Lo Shunpo è una tecnica che permette di spostarsi a velocità elevatissima, il Bankai è il massimo sprigionamento della potenza di una Zanpakuto, le armi, solitamente spade, in possesso degli shinigami (Dei della morte) che non sono semplici oggetti ma esseri viventi.
7 Shōnen Ai (少年愛 = ragazzo + amore): è un genere di anime e manga che include una relazione affettiva omosessuale tra adolescenti o giovani ragazzi, tipicamente molto belli e che rispondono a stereotipi ben definiti (es: quello con gli occhiali, il ragazzino, il bel tenebroso ecc.)
8 Ki (in cinese Qi): è il nome dato all'energia "interna" di ogni essere vivente.
9 Sutra: testi fondamentali dei Canoni buddisti. In Saiyuki, uno dei Sutra é quella sorta di pergamena che Sanzō porta sulle spalle.