4 aprile 2007

Hentai - Seconda parte

Erotikappa by DeeproadChe i giapponesi fossero un popolo fondamentalmente perverso era un pensiero che custodivo fin dalla mia prima infanzia. D'altronde non avrei mai potuto spiegare altrimenti la netta percezione di determinate sensazioni legate all'universo dell'animazione nipponica. Se c'è una cosa che i cartoni animati del Sol Levante mi hanno sempre insegnato fin dalla tenera età di quattro anni è che la vita non è fatta solo di tazzine parlanti e animali canterini. Si ok, ci sono anche quelli (o almeno ci sono quando si prova a fumare la piantina che ogni nonna inconsapevolmente coltiva con insana devozione sul davanzale della propria finestra), ma ciò che l'animazione giapponese è sempre stata capace di mettere in evidenza sono quelle che io amo definire le cosiddette zone d'ombra, ossia tutte quelle emozioni che in tenera età percepisci a livello prettamente istintivo, ma che in virtù della tua breve esperienza di vita non sei in grado di elaborare in maniera così nitida. Intuisci allora che al di là della fantasia esiste un intero universo fatto di traumi, ingiustizie, sacrifici e continue sofferenze, ma che vale comunque la pena di assaporare nella spasmodica attesa di quei rari momenti di felicità interiore che, per quanto sporadici, valgono pur sempre una vita intera. In fondo ho sempre pensato che i cartoni animati della mia infanzia mirassero a questo tipo di insegnamento e che nel loro essere apparentemente diseducativi trasmettessero invece una consapevolezza forte e concreta della realtà che ci apprestavamo a vivere. E in fine credo sia proprio questa l'essenza della perversione nipponica così come noi siamo portati a percepirla: l'effetto di un attrito culturale che contrasta fortemente con un modello educativo occidentale tendenzialmente improntato alla più totale cecità nei confronti di tutto ciò che non rende giustizia ai valori imposti dal benessere esteriore e superficiale al quale siamo ormai irrimediabilmente assuefatti. Questa lunga e apparentemente inutile premessa, che forse sarebbe stata più adatta al solito discorso legato alle ripercussioni dei cartoni animati sulle menti fragili e potenzialmente condizionabili dei nostri beneamati pargoli, pone invece le fondamenta necessarie per accostarsi a un certo tipo di mentalità orientale privandosi almeno in parte dei soliti ritriti pregiudizi del caso.

Lyceenne by DeeproadLa cultura giapponese, pur con tutti i suoi contrasti e i suoi talvolta eccessivi formalismi, gode paradossalmente di una vena artistica profondamente libera (ma forse sarebbe il caso di dire "liberatoria") e spontanea, che tende a spogliarsi completamente di tutti i limiti concreti imposti dal peso di una società fortemente inquadrata. Ed è prioprio in quest'ottica che si collocano alcuni dei sottogeneri più estremi dell'erotismo nipponico, come il lolicon o il cosiddetto shotakon (lolicon al maschile, tanto per intenderci). Per una mentalità come la nostra risulta particolarmente difficile riuscire ad accettare una forma d'arte che tra le tante perversioni umane concepisca tranquillamente l'attrazione sessuale di un adulto verso una fascia d'età compresa tra gli otto e i tredici anni, tant'è vero che nel 2005 si discuteva in Italia di una legge che vietasse la pubblicazione di manga e anime rappresentanti scene di sesso con minori. Per quanto probabilmente inutile, vorrei comunque tentare di tracciare una sorta di separazione tra il genere lolicon e il concetto di pedofilia comunemente inteso. Il rapporto fisico tra l'uomo e la bambina nei manga di genere (nei più diffusi almeno) si riveste spesso e volentieri di connotazioni psicologiche adulte che di fatto non sussistono sul piano della realtà. La bambina sa essere sensuale e provocante, sa regalare all'uomo quelle sensazioni tenere e affettive che il suo universo gli nega costantemente; sa assecondare le sue fantasie, le subisce e ne gode nell'ambito di un rapporto che può definirsi quasi paritario. E' chiaro che tutto questo può vivere solo ed esclusivamente a livello di rappresentazione, dato che non troverà mai alcun riscontro sul piano reale. Che poi a ben vedere è lo stesso principio che regola i normali manga per adulti, dove anche la violenza o l'abuso costituiscono nient'altro che il gioco delle parti, in cui la donna di fronte a qualsiasi tipo di prevaricazione imposta dall'uomo non è mai comunque in grado di frenare le proprie esternazioni sessuali. E' in sostanza un banale concretizzarsi delle più comuni fantasie maschili, nient'altro. Per capire questo occorre comunque tener sempre presente che il manga erotico vive di una dimensione tutta sua, spesso e volentieri lontana anni luce dal comune perbenismo di cui si nutre la realtà quotidiana, tanto quella occidentale quanto quella orientale.

Lolicon   Lolicon   Tentacle rape


Ciò che davvero sorprende in verità è il fatto che a questa decisa apertura mentale in ambito contenutistico faccia invece da contrappeso una drastica censura a livello prettamente rappresentativo: nelle loro storie, infatti, gli autori giapponesi sono costretti per legge a nascondere gli organi genitali dei protagonisti maschili e femminili. Tuttavia se questo da un lato sembra costituire un limite a tutti gli effetti, dall'altro ha sempre consentito lo sviluppo di metodologie di censura particolari e stimolanti al tempo stesso, come posizioni o inquadrature che richiamano situazioni sessuali decisamente insolite. Dalla continua ricerca di espedienti finalizzati ad aggirare la severa censura nipponica si è giunti talvolta alla nascita di veri e propri generi. Nel 1986 infatti il già citato Toshio Maeda con il suo Urotsukidoji fu il precursore di quello che negli anni successivi divenne un vero e proprio classico, a metà strada tra erotismo e horror: si tratta del cosiddetto Tentacle rape (letteralmente "abuso tentacolare"), dove la violenza ai danni della sventurata di turno viene perpetrata ad opera di orrende e mostruose creature dotate appunto di viscidi tentacoli. Tale espediente venne utilizzato per la prima volta nell'Hentai in virtù del fatto che la penetrazione tentacolare non fosse affatto contemplata dalle leggi giapponesi. Altro grande autore che per gli stessi motivi è arrivato a fare dell'insolito e del perverso un vero e proprio marchio di fabbrica è l'intramontabile U-Jin, illustratore verso il quale nutro una spiccata venerazione. E non solo perché trovo particolarmente eccitanti le sue pin up, caratterizzate da visi angelici, forme purissime e sinuose, occhi luminosi ed espressivi, ma anche e soprattutto perché dietro quella facciata attraente e colorata si cela invece una realtà sporca, fatta di piccole violenze quotidiane e perversioni ai limiti del grottesco, consumate preferibilmente nell'ambito di contesti del tutto insospettabili. Col suo continuo dipingere le inenarrabili fantasie sessuali che fanno dell'uomo medio un potenziale erotomane represso, considero U-Jin come la massima espressione dell'Hentai in senso stretto, termine che in Giappone non è affatto comprensivo di tutta l'arte erotica espressa sottoforma di fumetto, come spesso si crede, ma che richiama invece un grado di erotismo perverso e anomalo, spesso e volentieri in netto contrasto con quelli che sono i valori culturali comunemente diffusi.

Countdown by DeeproadComunque la si voglia mettere quello che scaturisce dai manga per adulti è un erotismo complessivamente schietto, capace di mettere in luce tutte le zone d'ombra della fantasia umana. E' un erotismo che regala una vasta gamma di sensazioni, eccitanti e conturbanti al tempo stesso, ma che quasi mai arriva a lasciare totalmente indifferenti. E tra l'altro la sessualità in tutte le sue forme costituisce una componente tanto invadente nella cultura orientale da espandersi anche oltre i confini entro i quali solitamente si tende a relegarla. Numerosi autori d'altri generi intingono continuamente le loro opere in un erotismo nemmeno troppo velato. D'altronde la carriera di molti disegnatori del Sol Levante comincia proprio dalla pubblicazione di manga per adulti, la cui influenza spesso e volentieri si avverte chiaramente anche attraverso la lettura di opere successive. Casi emblematici sono quelli di Hiroyuki Utatane (formidabile disegnatore, celebre in Italia sia per Countdown: Sex Bombs che per il meraviglioso Seraphic Feather) o del pluriosannato Masakazu Katsura (Video girl Ai, DNA2, I's), che ancora oggi dedicano ampio spazio all'elemento erotico nell'ambito delle loro pubblicazioni. Spero sinceramente che prima o poi anche in Italia si riescano ad abbattere definitivamente certi pregiudizi legati a una mentalità tanto differente dalla nostra, che nel bene e nel male vive di emozioni vere e che regala all'arte quel qualcosa in più, quel minimo di introspezione psicologica di cui le nostre produzioni per adulti, nel loro eterno perpetuare sempre le stesse situazioni, troppo spesso sono carenti.

Argomenti correlati: Hentai - Prima parte


Scritto da Deeproad

24 commenti:

  1. A questo punto l'articolo è completo. In realtà avrei abbastanza materiale per una terza parte, ma non voglio monopolizzare il Blog con questo argomento... E poi ora ho voglia di scrivere altro. Piuttosto mi sarebbe piaciuto poter postare la prima e la seconda parte insieme, in una volta sola, ma temevo sarebbe stato troppo lungo, sia da un punto di vista estetico, sia per una lettura agevole dell'argomento proposto.

    Comunque la copertina di Countdown (mi riferisco all'ultima immagine del post) mi ricorda troppo Mizar, con la quale d'ora in avanti non riuscirò più a parlare senza pensare che sia zozzissima.

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  2. argh!


    Tra l'altro i post di dip sono la fonte principale di consultazioni di questo blog tramite google...

    Meditiamo, signori.



    E ora leggo il post


    (com'è che qualsiasi ragazza nei manga che sia castana e occhialuta devo essere io?!)

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  3. più che letto, divorato.

    affrontare le tematiche più forti dell'hentai non deve essere stato facile, anche perchè, nonostante le idee espresse da deep non facciano una grinza, prevendono che i lettori abbiano un'apertura mentale tale da - come minimo - prendere atto che esistono modi di pensare (e rappresentare) la sessualità diversi dal nostro.

    Apertura mentale che, diciamocelo, scarseggia...


    A proposito di autori rubati all'hentai, ricito (perchè sono una rompipalle occhialuta) Oh! Great (Inferno e Paradiso per dirne uno a caso) e Hiroya Oku (Gantz... che poi è hentai ogni 3 per 2, quel manga...)

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  4. - A parte la Bella e la Bestia (che non mi pare sia giapponese) non rimembro altro... A che ti riferivi?


    A La bella e La bestia, appunto.


    - Questioni che potrebbero essere viste con scetticismo misto a perplessità: un idiota potrebbe capire che inneggi alla pedofilia!


    E' un discorso difficile tanto da capire quanto in effetti anche da fare. Dando per scontato che io, come tutti voi, condanno qualsiasi forma di violenza sui minori o sulle donne in egual misura, ciò non toglie che di una rappresentazione artistica io possa apprezzarne i termini più che le finalità. Voglio dire che un'opera può essere indifferentemente aberrante e geniale al tempo stesso e che anzi troppo spesso, in nome di una comune morale, ci si pone delle limitazioni che inevitabilmente vanno ad incidere sulla libertà espressiva. Questo per far capire che se da un lato posso amare un fumetto, un film o qualsiasi altra cosa frutto della creatività umana, non significa dall'altro che la mia morale appoggi automaticamente determinati fenomeni o atteggiamenti. Io personalmente la vedo così, per quanto mi renda conto che un discorso del genere può apparire piuttosto semplicistico sotto alcuni aspetti.


    - Tra l'altro i post di dip sono la fonte principale di consultazioni di questo blog tramite google...


    E' sempre così quando si parla di sesso.


    - com'è che qualsiasi ragazza nei manga che sia castana e occhialuta devo essere io?!


    Non so davvero spiegartelo. E' così e basta.

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  5. mmm... ho paura che mi stia sfuggendo qualcosa. Che intendi esattamente?


    Ad ogni modo volevo solo affermare ironicamente che l'animazione giapponese ha sempre dato spazio maggiore a tematiche più adulte. Senza per questo voler necessariamente sminuire le produzioni Disney, che hanno sicuramente i loro pregi su altri fronti.

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  6. che i lettori abbiano un'apertura mentale tale da - come minimo - prendere atto che esistono modi di pensare (e rappresentare) la sessualità diversi dal nostro.


    questo mi ricorda che qualche tempo fa, durante una eruditissima conversazione, cercavo di spiegare ai miei amici per quale motivo "le cinesi" (ossia le orientali) strillano come le gatte quando lo prend... quando fanno sesso, nei pornazzi e negli hentai.

    ora i miei amici sono convinti tipo che tutti "i cinesi" siano una specie di setta sadomasochista.

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  7. Niente, ho semplicemente interpretato male il duetto animazione giapponese-tazzina parlante capendo che avessi inteso un cartone nipponico di cui ero allo scuro! ;)

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  8. (Tra parentesi... Hen è un manga davvero brutto, se vi dovesse capitare per le mani gettatelo via).

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  9. x deep (e per chi fosse interessato): Gantz è al numero 18 e come per tanti altri manga editi dalla Planet Manga esce ogni morte di papa, ciò mi fa presagire la fine di Ratzi (porello, scherzo) per il 10 maggio, data di - presunta - uscita del n. 19.

    x Uto: la frase era chiara per me... in effetti sono ancora che penso se esistono anime con tazzine parlanti ma dubito fortemente...

    x Sand: era esattamente quello che intendevo... io infatti in certe discussioni getto la spugna molto prima. C'è da dire che qualche giorno fa dei ragazzini 16enni mi hanno stupito con ragionamenti in merito all'hentai ben più logici dei miei (nostri) coetanei...

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  10. ... poi però sei stata costretta a sopprimerli per ragioni indipendenti dalla tua volontà.

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  11. le immagini tentacolari di questa natura mi hanno sempre fatto impressione, non ci posso fare niente.

    cmq io ribadisco la mia totale ignoranza in materia di hentai. ho solo visto qualche immagine su google cercando anime o manga. magie del web!

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  12. bastardo, dovevo aspettarmelo.

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  13. Non lo trovi eccitante?

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  14. Il ritorno di Polpo?


    Tra l'altro Deep che vorrebbe unire le due parti mi sa di Tarantino che voleva un Kill Bill unico.

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  15. E sono pure in crisi per far rientrare il mio prossimo argomento in un solo post. Però devo riuscirci.

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  16. Ho appena appreso che con 'lemon' si intende una categoria di fumetti riguardanti descrizioni di rapporti sessuali... Ma come mai proprio 'lemon', poi???

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  17. Secondo i giapponesi il sapore della cosina ha un che di aspro che ricorda vagamente il succo di limone.

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  18. Mi prendi in giro... Vero??? :S

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  19. no, no, è proprio così

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  20. In Giappone infatti è una bevanda come un'altra, la vendono nei bar. Non parlo del succo di limone.

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  21. c'è chi pensa a un effettiva produzione industriale





    (e ora vado a vomitare un po' più in là)

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  22. (e ora vado a vomitare un po' più in là)


    Occhio che poi commercializzano anche quello...

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  23. questa cosa è più disgustosa delle immagini tentacolari

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  24. I seni disegnati a quel modo anche a me hanno fatto e fanno quasi sempre una certa impressione.
    Nel ambito hentai, ho avuto anche modo di notare che fino ad un certo periodo non erano neanche l' elemento preponderante! Poi mi pare si sia passato a mettere questi seni ipertrofici che paiono pure "innaturali".

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