Non ho potuo fare niente
di tutto questo insieme a te...
L'immortalità. Un antico miraggio che l'uomo rincorre fin dal principio della vita stessa; un sogno irraggiungibile che si perde nei meandri più reconditi dell'esistenza; un desiderio insano e perverso, talvolta disperato, che scaturisce da una favola tramandata attraverso i secoli e le generazioni: a colui che si nutrirà della carne di una sirena saranno concesse eterna giovinezza e longevità. Quello che però non viene narrato dalla leggenda è che la carne di sirena è in realtà un veleno letale, capace di trasformare ogni essere vivente in una creatura mostruosa e priva di sentimenti, condannata a vivere in eterno sotto quelle orrende sembianze. Mentre il destino che attende i più fortunati consiste in una morte atroce e dolorosa oltre l'umana immaginazione. Eppure al mondo sembra esistere anche chi ha ricevuto il dono dell'immortalità senza che il suo corpo ne subisse le tremende conseguenze. La felicità di costoro è però destinata a spegnersi in un lampo sotto il peso della solitudine eterna.
Yuta è un giovane vagabondo che cammina sulla Terra da più di cinquecento anni alla disperata ricerca di una sirena che possa finalmente porre fine al tormento della sua condizione. Yuta desidera invecchiare e morire come qualunque altro essere umano. E nel suo eterno vagare incontrerà Mana, una ragazza anch'essa immortale, sottratta al suo destino di vittima sacrificale sull'altare delle leggendarie creature marine. Perchè se un essere umano che si nutre della carne di sirena è in grado di ottenere l'eterna giovinezza, la sirena che mangia la carne di colei che ha trovato l'immortalità ritorna giovane. E in un villaggio sperduto sulle rive del mare, una congrega di vecchie sirene, dopo anni di estenuanti ricerche e inutili sacrifici, ha finalmente trovato in Mana l'essere immortale che le riporterà al loro antico splendore. Yuta riuscirà a sottrarre la ragazza alla sua triste sorte e da quel momento non sarà più solo. Ma questo in fondo è solo l'inizio di una saga che ci prende per mano e ci trascina in un vortice di oscura aberrazione, laddove l'animo umano si manifesta in tutta la sua disarmante fragilità. Perchè la carne di sirena, prima ancora che per il corpo, è un letale veleno per l'anima di colui che subisce il fascino perverso dell'immortalità. E se da un lato le anime dannate vagano in eterno sulla terra ignare della loro condizione di creature dalle mostruose sembianze, dall'altro le anime corrotte convivono con tutta la sofferenza interiore che il desiderio di sovvertire le leggi della natura ha donato loro. E a noi non resta altro che domandarci cosa sia realmente peggio.
La saga delle sirene è senza ombra di dubbio la più bella opera di Rumiko Takahasi. Personalmente ho sempre avuto delle riserve nei confronti di questa autrice tanto osannata da qualsiasi appassionato di fumetti del Sol Levante. Di lei ho sempre amato quel suo stile dissacrante ma al tempo stesso profondamente legato alle tradizioni occulte del Giappone. E' indubbiamente una donna di grande cultura e dalla spiccata ironia, oltre che un'ottima narratrice. Eppure nessuna delle sue opere più celebri mi ha mai convinto fino in fondo. Si è sempre persa nei meccanismi della serialità e nella reiterata ostinazione a voler perpetrare in eterno la staticità delle situazioni che lei stessa creava e che sembrava avesse paura di compromettere in qualche modo. E' come se non fosse in grado di osare spingendosi al di là dei confini di quei piccoli quadretti narrativi che pure sa dipingere così bene. E' un'autrice fondamentalmente prevedibile, nel bene e nel male. Ma la saga delle sirene è tutt'altra cosa. E' un'opera completa e appassionante in cui la Takahashi sembra riversare tutta se stessa raggiungendo vette emotive di rara e poetica intensità. Ogni singolo capitolo è una piccolo capolavoro curato fin nei minimi dettagli che rende finalmente giustizia all'arte di questa grande autrice, senza i limiti relativi alle improrogabili scadenze seriali imposte dalla casa editrice. La struttura stessa dell'opera, organizzata secondo l'alternarsi di epoche storiche differenti secondo uno costruzione temporale che ricorda vagamente quella adottata da Tarantino nella maggior parte delle sue pellicole, offre grande respiro allo sviluppo del racconto. Ma la saga delle sirene è purtroppo una storia ancora incompleta, costituita da soli tre volumi per un totale di nove episodi. Onestamente non so se questo splendido racconto troverà mai una conclusione, ma sono certo che la lettura di queste pagine vi darà modo non solo di conoscere il lato più intimo e poetico della Takahashi, che purtroppo traspare appena nell'ambito delle sue opere più conosciute, ma anche di sondare gli oscuri e deliranti sentieri dei sentimenti umani più profondi, siano essi innocenti o intrisi di sottile e perversa crudeltà.
Scritto da Deeproad
Questa cosa di Splinder di aggiungere in automatico un commento per ogni riferimento a un post scritto in un altro Blog mi fa girare i coglioni moltissimo.
RispondiEliminaDi cosa parli? Non ne ho idea. Il fumetto invece mi piaque moltissimo, uno dei migliori lavori della Takahashi, secondo me. Inujasha mi fa cagare, ad esempio.
RispondiEliminaProprio a Deeproad dissi che ho sempre voluto procurarmi quest asaga, ma che non ci sono ancora riuscita. Come si può evincere dall'articolo, nella stora qualcosa è diverso rispetto a tutte le altre opere della Takahashi: il fatto di doversi procurare carne di sirena mi fa pensare che ci sia davvero poco dell'humor che caratterizza le altre opere dell'autrice, perchè la trovo una cosa davvero crudele, e mi sono incuriosita ancora di più.
RispondiEliminaIn realtà dello humor che caratterizza le altre opere della Takahashi non c'è praticamente nulla: è un racconto dalle sfumature horror, che riprende alcune tematiche sviluppate nel primo volume di Rumic World, che consiglio altrettanto vivamente.
RispondiEliminabel blog, vedo che l'interesse per i fumetti ci accomuna. bello anche il post su spiegelmann
RispondiEliminaRumiko Takahashi ha il dono rarissimo di saper coniugare la poesia e l'ironia... dando vita ad opere divertentissime come Lamù o malinconiche (ma non meno divertenti) come Maison Ikkoku... personalmente la adoro! il ciclo delle sirene mi manca, e anzi ti ringrazio per avermene fatto conoscere l'esistenza.
RispondiEliminasono sempre stata affascinata dalle Sirene e mi piacerebbe molto scoprire il punto di vista orientale su di loro... ho saltato a piè pari la parte della trama perché spero che un giorno lontano possa riuscire a procurarmelo... dopo tutto la Takahashi è una delle mangaka più amate in occidente.
Puoi anche leggerla, tanto quello che ho scritto riguarda solo la prima delle nove storie e nemmeno contiene particolari anticipazioni sulla trama. Per il resto condivido il discorso sull'ironia, ma un po' meno quello sulla poesia, nel senso che nei suoi racconti più famosi la poesia mi pare ridotta davvero ai minimi termini. Ad ogni modo se desideri un sodalizio differente tra i due elementi (ovvero poca ironia e tanta poesia) credo che la saga delle sirene sia perfetta. Anzi credo che l'apice della sua poetica sia stata raggiunta proprio in quest'opera (come anche nel primo volume di Rumic World, contenete quattro racconti autoconclusivi dello stesso genere).
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